Viviamo nella società ipermoderna sempre connessi con cellulari, tablet e orologi smart, ordiniamo i prodotti online ed entriamo in contatto con gli altri in modo virtuale, eppure sogniamo la campagna, la vita semplice, l'aria pura, l'odore della terra, gli animali liberi di pascolare e le piante di crescere in modo naturale.
Il desiderio di prodotti non artificiali sembra andare di pari passo col crescere della complessità della nostra società e, infatti, il biologico registra un trend più che positivo.
Al supermercato siamo attratti dall'etichetta bio che per molti di noi è sinonimo di naturale e genuino, anche se magari non conosciamo le specifiche caratteristiche dell'agricoltura e degli allevamenti biologici.
Le fondamenta si trovano nei regolamenti europei, partendo dal numero 2092 che nel 1991 ha disciplinato per primo il settore biologico venendo ovviamente aggiornato nel tempo fino ai regolamenti numero 834 del 2007 e 889 del 2008 poi recepiti in Italia da diverse leggi nazionali.
Volendo essere semplici e sintetici si potrebbe dire che l'agricoltura biologica evita le sostanze chimiche di sintesi (pesticidi, insetticidi, diserbanti, anticrittogamici e anche concimi) e gli organismi geneticamente modificati (OGM).
Per avere ricchi raccolti si fa pertanto ricorso a tecniche antiche come la rotazione delle colture atta a preservare la fertilità dei terreni e l'utilizzo di fertilizzanti naturali, come letame e compost.
La rotazione aiuta anche a limitare le erbe infestanti in sinergia con la semina di colture competitive, la falsa semina ed altre ben note agli agricoltori sempre all'allerta di fronte ai pericoli per i raccolti.
Per quanto concerne la protezione dagli infestanti la risposta si trova sempre nella natura con l'inserimento sapiente di diversi parassiti che si neutralizzano a vicenda e anche di predatori utili per mantenere sempre sotto controllo la situazione.