L'agricoltura biologica deve rispondere a requisiti sempre più stringenti in campo di modalità di coltivazione, sempre nel pieno rispetto dell'agrosistema e mantenendo un limitato impatto ambientale.
Nel corso degli anni il movimento bio si è data degli obiettivi specifici, sia in campo ambientale che commerciale, che ha visto nascere e svilupparsi un sistema piuttosto complesso e sempre più solido.
Questo "manifesto bio" prevede infatti che ogni azienda agricola che pratichi questa filosofia debba riuscire ad evolversi in un sistema agricolo del tutto autosufficiente attingendo esclusivamente alle risorse locali, producendo al contempo alimenti di alta qualità in quantità sufficiente.
Per quanto riguarda la coltivazione dei terreni, le aziende che di dedicano all'agricoltura biologica devono necessariamente tutelare la naturale fertilità del terreno e ovviamente scongiurare ogni tipo di inquinamento generto dalle proprie lavorazioni agricole.
Qualora la sfida tra antagonisti naturali abbia bisogno di un aiuto umano, gli agricoltori possono ricorrere anche a sostanze naturali di origine minerale, sempre però limitandosi a quelle autorizzate dalla legge al fine di ottenere la certificazione bio.
L'agricoltura biologica alimenta anche gli animali nati e cresciuti in fattorie e allevamenti che ne rispettino le necessità fondamentali, a cominciare dagli spazi in cui muoversi liberamente.
Le immagini degli animali stipati in allevamenti intensivi ai quali è negata la possibilità di vedere la luce del sole ci inquietano profondamente per le condizioni di salute del bestiame e anche per la nostra sicurezza quando ne mangiamo le carni e la consapevolezza che negli allevamenti biologici la situazione è totalmente diversa ci rassicura.
Altro aspetto essenziale è l'uso di farmaci e in proposito negli allevamenti bio si privilegia l'impiego di cure fitoterapiche, omeopatiche e con oligoelementi e, solo nel caso in cui le condizioni di salute dell'animale malato non migliorassero, è consentito ricorrere a gli antibiotici col limite di un solo intervento nell'arco di 12 mesi e dandone comunicazione all'ASL per stabilire di quanto posticipare l'eventuale macellazione nel caso in fosse stata programmata.